giovedì 7 aprile 2016

Intervista a ANDREA GAMBINI, allenatore del VORNO.


L'intervista di “TOSCANAGOL.it” a ANDREA GAMBINI, allenatore de 

l'U.S.VORNO A.S.D.

 

 
VORNO a un passo dalla vittoria con il debuttante allenatore GAMBINI

PRIMA GIRONE A: "Non è ancora fatta, ci attendono tre partite difficili e pretendo umiltà e concentrazione"

Cinque punti di vantaggio a tre giornate dalla fine sul Monsummano secondo in classifica. Il Vorno è davvero ad un passo dalla vittoria nel girone A della Prima categoria. Una sorpresa assoluta si potrebbe dire, o meglio relativa, visto la bontà di un gruppo di giocatori che da anni gioca insieme.

Tra questi, uno è saltato dall’altra parte della barricata, diventando da alcuni mesi l’allenatore: si tratta di ANDREA GAMBINI, 38 anni, di Massa Macinaia, laureato in Geologia. Quando i primi di Dicembre 2015 c’è stato l’esonero di Orazio Mariani, si è puntato su di lui e a distanza di quattro mesi i risultati sono stati incredibili: quattordici partite di campionato, undici vinte, una pareggiata, due perse con il Vorno che è decollato scalando la graduatoria.

Ma chi è Andrea Gambini? “Da giocatore – spiega a TOSCANAGOL - ho cominciato nel San Concordio, poi Lucchese dai Giovanissimi fino alla Primavera, poi Cascina in Eccellenza e nei Dilettanti Nazionali, quindi Tuttocuoio e Calcinaia in promozione, poi Capanne in Prima, Vorno in prima, Massa Macinaia e Castelvecchio in Seconda, Galleno in Seconda e infine Vorno in Prima fino all'anno scorso. Totale quasi venti anni di passione calcistica.”

Ruolo? “Terzino destro/sinistro, ala destra/sinistra, difensore centrale e centrocampista. Manca il portiere e l'attaccante puro. Diciamo che nasco difensore, ma più bello e interessante come esterno alto di centrocampo. Nelle giovanili della Lucchese giocavo marcatore a uomo, ruolo che nel calcio di oggi non esiste più e si vede!!! Non che sono per la marcatura a uomo pura, ma un difensore la deve saper fare e molti oggi soffrono un po’”

Al termine della passata stagione la scelta di chiudere con il calcio giocato. “Volevo fare il corso allenatori a Pistoia e non potevo più allenarmi. È stata un po' forzata perché giocare mi manca, ma va bene così, ormai i problemi fisici erano diventati troppi.”

E così è iniziata una nuova storia calcistica. “Mi è stato chiesto di fare il “secondo” a mister Mariani, ma da quando ho iniziato il corso, purtroppo, non davo una grossa mano, ero poco presente a causa del corso e del lavoro.”

Un debutto migliore non si poteva sperare. “Sicuramente, ma sono tante le componenti favorevoli, a partire dalla società, a mister Mariani che ha fatto la sua parte, perché comunque anche lui ha contribuito a questo anno del Vorno portando in dote 19 punti. Per me chi veramente ha gettato le basi per allestire un gruppo come quello attuale cito due persone: Maurizio Dal Porto e Roberto Del Dotto: se siamo dove siamo gran merito va a loro e a molte altre persone che con passione sostengono questo paese da anni.”

Un Vorno sorprendente ma non troppo…. “Quando ho iniziato a guidarla sapevo che questa squadra poteva e doveva fare di più. E’ una sensazione che è difficile spiegare, ma conosco il valore sia tecnico e umano di ognuno di questi ragazzi e quindi sapevo fin da subito che potevamo fare grandi cose.”

Il salto dal campo alla panchina è stato così davvero… piacevole. “Diciamo che sono stato facilitato dal fatto che con la maggior parte dei giocatori ho giocato due anni, ma la prospettiva giocatore/allenatore è completamente diversa. Si parla di gestire un gruppo, di allenarlo, di motivarlo, di guadagnarsi il rispetto e pretendere rispetto e tanto altro. Quindi maggiori responsabilità.”

Gambini non risponde alla domanda “cosa pensa di aver portato di suo a questa squadra?”, dicendo che sono “altri a doverlo dire”. Però è chiaro che un merito indubbio ci sia, altrimenti non sarebbero arrivati questi risultati. A questo punto Gambini conviene che “posso solo dire che ho affrontato questo ruolo con il massimo impegno e professionalità anche se siamo in Prima categoria, come è richiesto dalla società, dal paese di Vorno e soprattutto dai ragazzi. Io ho messo in pratica gli insegnamenti avuti nei trascorsi da giocatore da allenatori come Hemmy a Cascina, Masi e Donatelli Beppe a Lucca, Dal Porto e tanti altri. In più, quello che ho appreso al corso allenatori grazie a mister Ettore Donati, al Prof. Pucci e al Dottor Teglia. Infine, ho cercato di lavorare sulla tecnica e sulla testa dei giocatori, sia singolarmente che come gruppo. Se siamo qua è grazie alla bravura dei ragazzi che ho a disposizione.”

E a livello tattico? Cosa ha cambiato? “Il modulo era collaudato, il 4-3-1-2, subentrando a Dicembre non avevo molto tempo per lavorare, diciamo solo che in alcune situazioni ho optato per un classico 4-4-2.”

Ora il traguardo è davvero vicino… “E’ vero, sono realista, proprio per questo pretendo da me stesso e dai miei giocatori maggiore concentrazione e dedizione agli allenamenti. Nel calcio, nello sport, niente è scontato. Quindi testa bassa e concentrazione al massimo perché nulla è ancora stato fatto.”

Oltretutto giocherete contro le ultime tre della classifica… “A maggior ragione, massima umiltà, massimo rispetto e molta concentrazione. Ogni squadra la devi affrontare con la testa giusta, guarda domenica il Monsummano che ha pareggiato in casa con il Porcari. Non esistono squadre da prendere sottogamba. E le partite che ci aspettano sono molto difficili, con squadre ostiche, ad esempio i Diavoli Neri a Barbarasco avevano quattro titolari squalificati, ma fino al novantesimo perdevano solo 1-0. Poi ci aspetta un Chiesina Uzzanese che ha un’attaccante molto forte come Matteelli che se in giornata fa la differenza, lo so perché ci ho giocato assieme.”

Gambini poi lancia un appello per domenica prossima. “Ringrazio la società Vorno per la possibilità che mi ha dato, i meriti sono dei ragazzi e chiamo a raccolta la comunità di Vorno perché questi ragazzi insieme a questo paese posso vivere in emozione unica.”


 

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